Il governo Draghi ha incassato la fiducia alla Camera. Sono 535 i sì, 56 i no e 5 astenuti.
Superato lo scoglio di Palazzo Madama, per il governo Draghi la strada è tutta in discesa con il voto di fiducia alla Camera che di fatto ha sancito la nascita del nuovo esecutivo guidato dall’ex numero uno della Bce.
Governo Draghi, il voto di fiducia alla Camera
Nonostante i malumori nel Movimento 5 Stelle, che al Senato si sono tradotti in un manipolo di oppositori, il governo Draghi parte con un ampio sostegno. Certo, ha ragione la Bonino quando si rivolge al premier e lo avverte che in Parlamento non troverà sempre un clima così favorevole. Quando si inizierà a lavorare anche lui dovrà fare i conti con l’opposizione e con l’opposizione interna. Ma questi sono i rischi di una maggioranza larga.
Al termine del voto, il Governo Draghi ottiene 535 voti a favore, 56 i no e 5 gli astenuti. Non sono mancate le sorprese: un leghista ha votato in dissenso ed è passato con Fdi. Cinque, invece, si sono astenuti. In casa M5s sono stati 16 i no, quattro gli astenuti e 14 gli assenti (solo due in missione).
Di seguito il video con la diretta dei lavori alla Camera.
La replica del premier Mario Draghi
Il premier Draghi, a differenza di quanto fatto al Senato, è intervenuto solo in replica toccando alcuni punti: “Un Paese capace di attirare investitori deve difendersi dalla corruzione, fenomeno che deprime l’economia […]. Come governo ci sarà un impegno totale sulla difesa del Made in Italy […]“.
Il presidente del Consiglio ha parlato anche di carceri e giustizia: “Ci impegniamo a migliorare la giustizia civile e penale […]. Serve un processo giusto e di durata ragionevole […]. Non possiamo, inoltre, trascurare la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri […]”. Un passaggio sullo sport: “Come esecutivo ci impegniamo a preservare e sostenere il sistema italiano tenendo conto della sua peculiare struttura e dei molteplici aspetti che lo caratterizzano […]“.
Meloni: “Nella maggioranza confermati gli incapaci”
Nel suo lungo e duro intervento Giorgia Meloni ha spiegato i motivi del no. “Mi dica se in cuor suo pensa davvero che Luigi Di Maio sia il miglior ministro degli Esteri e se ritiene che Speranza andasse confermato. E perché Arcuri è ancora lì“, le parole della leader di Fratelli d’Italia, riportate da La Repubblica.
Il governo al lavoro
Superate le cose formali e chiuso il cerimoniale, il governo Draghi dovrà iniziare a lavorare su un programma di governo complesso, articolato e urgente. L’emergenza sanitaria non può attendere, così come non può attendere il Recovery plan. E ovviamente non possono attendere le riforme annunciate proprio dal Presidente del Consiglio. Tanto lavoro e poco tempo a disposizione. Draghi si è detto intenzionato a far parlare i fatti, è pragmatico, pratico, concreto. Certo, la sfida è ardua ma c’è ottimismo. O almeno c’è la fiducia…